MARIA MADDALENA MANNA – IN VIAGGIO



Conosco Maria Maddalena Manna nel mio spazio a Clusone e subito nasce una simpatia tra di noi,tante affinità nell’arte e nel quotidiano ci portano ad un rapporto di stima e di amicizia reciproca,mi piace tantissimo il suo modo di confrontarsi con la creta, quasi come se fosse una materia viva,dalla quale lei sa prendere il meglio e aiutarci a comprendere questo materiale.
Franca Pezzoli
Maria Maddalena Manna vive e lavora tra Lovere e Gianico:Lago d’Iseo e Valle Camonica.Inizia il suo percorso formativo presso l’Accademia Tadini con il pittore Giuseppe Grimani.Con gli anni Settanta/Ottanta fa parte di un gruppo teatrale di ricerca con esperienze internazionale, frequenta laboratori di ceramica eugubini ed è tra le fondatrici dell’Atelier 4M in Artogne.Dagli anni Novanta trova nella cottura rapida un modo congeniale di esprimersi.Le sue opere si presentano come forme d’uso archetipe o come oggetti meditativi. Sempre protagonista il trattamento delle superfici.I mondi immaginari provengono dall’infanzia, dai sogni,dallo specifico femminile, dal contesto culturale contadino con critico affetto e portatore di valori di relazione con la natura. Da qui il suo interesse all’approccio orientale, particolarmente giapponese,attento alla qualità che rifugge l’esibizione dell’artefatto. Ha realizzato installazioni personali in contesti storico-monumentali e varie mostre collettive.Il corpo umano e gli oggetti trovati nella natura mi affascinano allo stesso tempo.Il mio lavoro porta riferimenti antropomorfi oltra ad avere una narrazione autobiografica. I ricordi dell’infanzia della casa e del paesaggio circostante sono evocati nella creazione di sculture che amo posizionare anche come installazioni. Queste opere sono un racconto di un mio modo di sogno costruito dentro qualcosa di conosciuto.
(Maria Maddalena Manna).
Lo spazio occupato da queste forme artistiche, ora basse,ora alte,assumerà la ritmica musicale di una partitura,quasi queste forme avessero un suono,fossero tese alla ricerca inesausta di un equilibrio.Cercassero sia uno stare sia un elevarsi.Che cosa è un anello se non un piccolo cerchio di memoria da portare con sé?E forse moltipliucando in verticale,quasi per gemmazione,non si costruisce un monumento al pegno e alla memoria?E cosa è una nave se non un contenitore fragile, che cerca di dare sicurezza all’uomo nell’imprevedibile mare?E forse accostando due navi,non si evooca la sorellanza e lo stare vicino come segno di forza e alleanza?
(Giovanna Brambilla)