KADOLPH PETER
dal 2 Marzo al 4 Aprile 2019
ATTENZIONE ALL’ATTENDIBILE
02.03.2019 • 04.04.2019
BIOGRAFIA
Peter Kadolph nasce a Brandeburgo, in Germania, nel 1942, oggi vive a Milano. Il suo talento artistico si manifesta già precocemente e ciò lo persuade a frequentare la scuola di pittura e decorazione a Gelsenkirchen durante la sua adolescenza. Scopre un profondo interesse per l’espressione artistica e pittorica italiana che lo spinge a trasferirsi a Napoli dove, a partire dal 1960, frequenta lo studio del pittore Francesco Castiglione. Successivamente frequenta l’Accademia delle Belle Arti, allievo di Domenico Spinosa.
Eredita per questo tutta la tradizione della pittura partenopea, che egli sintetizza mirabilmente anche attraverso l’influenza dei grandi maestri europei della rappresentazione figurativa.
La sua cultura pittorica, il suo disegno classico, la sua tavolozza ricca e intensa dialogano costantemente con il bisogno continuo d’innovazione nel tentativo di superare i limiti della figurazione verso un’apertura concettuale dell’opera d’arte. La tradizione, tuttavia, non è mai abbandonata, è piuttosto personalizzata in una poetica originale di continuo superamento degli stereotipi. Una delle espressioni meglio riuscite del percorso di Kadolph si coglie nell’astrattismo. Il suo processo artistico è un’instancabile ricerca della forma, del colore, del “gesto” unico. Questa ricerca sperimentale inesausta fa emergere dalle sue opere molteplici percorsi ermeneutici. L’opera è sempre aperta, viva, dialogante, provocante, perdura nella sua funzione, destruttura costantemente le approssimate aspettative. Il concetto supera il banale, penetra l’apparenza. Ciò che caratterizza Kadolph è un’inquietudine per la ricerca formale che si libera pienamente solo nell’oggetto artistico che la trascende. L’impatto fisico con la materia e l’intuizione formale riversano nella ricerca dell’ “atto” artistico compiuto tutta la sua tensione generatrice. Tale tensione lo ha accompagnato per tutta la sua produzione e, ancora, vibra potentemente nelle sue opere con sempre maggiore intenzione e consapevolezza. Nell’astrattismo egli esprime compiutamente le sue più intime e urgenti necessità esistenziali, esprimendo una polarità che combatte costantemente tra l’accusa del dato quotidiano, inorganico e la ricerca dell’essenza non apparente delle cose. L’attenzione per il particolare sempre risveglia in lui un interesse cosmico, come nel caso dell’utilizzo dei semi di melograno del suo ultimo “Die Ampel” (2018): dall’inorganico banale, dallo scarto, dalla periferia dell’essere si sprigiona la vita.
CURRICULUM ARTISTICO
Nel 1966 Kadolph, a soli 24 anni, realizza la prima presentazione di alcune sue opere a Milano presso la Quadreria di Nunzio Lucarelli, emblematico è l’intervento del critico Ludovico Magugliani che lo definisce una “giovane promessa artistica”.
A partire dalla produzione astratta degli anni Sessanta si evince un processo di dissoluzione e graduale decostruzione dell’arte figurativa che, comunque, non sarà mai del tutto abbandonata.
Ancora una volta le cose e la natura si incrociano nel suo percorso artistico stimolando la produzione astratta come nel caso dello studio sulla “sezione di zucca” che segnerà il passaggio dal figurativo all’astratto. Per Kadolph il figurativo è, dunque, la grande prova.
Peter Kadoph ha allestito mostre personali a Bolzano, Trento, Ferrara, Rapallo, Torino, Francoforte, numerose a Milano oltre che all’estero. Ha preso parte a collettive e rassegne d’arte in molte città italiane ed estere, tra le quali: Milano, Parma, Bolzano, Stoccolma, Francoforte, e nel 2014 ha partecipato alla sesta biennale d’arte internazionale a Montecarlo. Sulla sua pittura si sono espressi autorevoli giornalisti e critici d’arte: Luciano Budigna, Ludovico Magugliani, Gianni Jones, Franco Cajani, Adriano Foschi, Karl Psenner, Poggi e molti altri. Numerose recensioni sono apparse su giornali e pubblicazioni d’arte specializzate, tra le quali: Le Arti, Il tratto in arte, Catalogo Bolaffi 1972, invito all’arte, Humandesigner, Il Segno, Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Gazzetta di Ferrara, La Nazione.